PRESEPE MONUMENTALE DI CASTELLI - (TE)
CASTELLI (TERAMO)
Via Convento
Orari di apertura
feriale 9.00 - 13.00
Dal 01 gennaio Al 31 dicembre
Via Convento
Orari di apertura
feriale 9.00 - 13.00
Dal 01 gennaio Al 31 dicembre
Il " Presepe monumentale", come ormai viene comunemente chiamato questo complesso scultoreo entrato a buon diritto nella storia della ceramica castellana, è esposto ed è visitabile in appositi locali presso l'Istitito Statale d'Arte "F.A.. Grue" di Castelli. Esso è opera dello stesso Istituto che nel decennio 1965-1975 organizzò la sua attività didattica attorno al tema natalizio e produsse le 54 statue, a grandezza naturale, offerte oggi alla suggestione del visitatore. Oltre che a Castelli, dove la prima esposizione avvenne sul sagrato della Chesa Madre nel dicembre del 1965, il Presepe nel Natale del 1970 fu esposto ai mercati di Traiano a Roma e qualche anno dopo, per circa tre mesi, a Gerusalemme, Betlemme e Tel Aviv.
dal 01/12/2011
al 31/12/2012
al 31/12/2012
Castelli appartiene alla provincia di Teramo e dista 39 chilometri da Teramo, capoluogo della omonima provincia.
Castelli conta 1.391 abitanti (Castellani) e ha una superficie di 49,7 chilometri quadrati per una densità abitativa di 27,99 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 497 metri sopra il livello del mare.
Castelli conta 1.391 abitanti (Castellani) e ha una superficie di 49,7 chilometri quadrati per una densità abitativa di 27,99 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 497 metri sopra il livello del mare.
Frazioni: Acquaviva, Villa Rossi, Colledoro, Befaro, Le Casette, Palombara, S.Salvatore, S.Donato, Villa Colli.
Cenni storici: Certamente il passato di Castelli appartiene alle sorti della Valle Siciliana (toponimo che storicamente ha designato l'area sud-est dell'Abruzzo teramano), dove nel 1000 circa a.C. non è da escludere la presenza dei Siculi migranti verso l'isola, poi rimpiazzati da popolazioni umbre. Notizie certe si hanno a partire dal medioevo, riguardo la Badia di San Salvatore, costruita nell'VIII sec. dai Longobardi e consacrata nel 1117 da Papa Pasquale II per i monaci benedettini. Il paese nasce in età carolingia , quando si diffonde il fenomeno dell'incastellamento. Luogo di naturale difesa per le popolazioni del circondario, abbondanza di risorse ( estese vene di argilla, immensi boschi di faggio, acque limpide e copiose), Castelli nacque da questo incrocio e dalla iniziativa di un popolo che riuscì a raccogliersi attorno ad un progetto collettivo ed inventò il suo futuro intriso nella ceramica. Oltre ad aver dato i natali ad artisti come i Grue e i Gentile, Castelli vanta anche tra i suoi cittadini il cardinale Silvio Antoniano, precettore di San Carlo Borromeo.
Il Comune di CASTELLI (TE) è un luogo storico, costruito su uno sperone di collina ai piedi del Monte Camicia, uno dei monti più belli del massiccio del Gran Sasso d'Italia, dove già dal 1400 si producevano le famose Ceramiche artistiche. Un Artigianato di qualità superiore che ha varcato i confini del Continente e ornava già dal 1500 le tavole egli arredamenti delle ricche case nobiliari del tempo.
La Cucina si affianca a quella teramana di cui predilige i "dolci" cosidetti "alla castellana".
L'Anno è ricco di Eventi e manifestazioni che s'incentrano e s'abbinano, in particolar modo, al tema della Ceramica.
La Cucina si affianca a quella teramana di cui predilige i "dolci" cosidetti "alla castellana".
L'Anno è ricco di Eventi e manifestazioni che s'incentrano e s'abbinano, in particolar modo, al tema della Ceramica.
Il "Presepe Monumentale", come ormai viene comunemente chiamato questo complesso scultoreo entrato a buon diritto nella storia della ceramica castellana, è esposto ed è visitabile in appositi locali presso l'Istituto Statale d'Arte "F.A. Grue" di Castelli.
Il "Presepe Monumentale" è opera dello stesso Istituto, che nel decennio 1965-1975 organizzò la sua attività didattica attorno al tema natalizio e produsse, con mirabile intesa di allievi e professori, le 54 statue offerte oggi alla suggestione del visitatore.
l primo gruppo, costituito dalla Sacra famiglia (la Madonna, S. Giuseppe, il Bambinello) fu realizzato insieme con lo zampognaro, la pastorella con brocca, il suonatore con flauto di Pan, la bimba con bambola.
Artefici ispiratori furono Serafino Mattucci, allora direttore e animatore dell'Istituto, i professori Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini. Corale ed entusiasta fu la partecipazione attiva degli alunni e di tutto il personale tecnico della Scuola.
Oltre che a Castelli, dove la prima esposizione avvenne sul sagrato della Chiesa Madre nel dicembre del 1965, il Presepe nel Natale del 1970 fu esposto ai mercati di Traiano a Roma e qualche anno dopo, per circa tre mesi, a Gerusalemme, Betlemme e Tel Aviv.
La ricca cucina castellana annovera piatti come:
i “maltagliati o Tacconelle con le voliche”, pasta all’uovo con una verdura locale che cresce oltre i 2000 m; una pasta all'uovo tipo i maltagliati, preparata a mano e condita con particolari erbe spontanee delle Montagne del Gran Sasso, chiamate “voliche” o erbe del Gran Sasso.
le “scrippelle ‘mbosse.
Sono una specie di crêpes servite arrotolate e in brodo. Ecco perché ‘mbusse che in dialetto vuol dire (bagnate). A volte sono usate per timballi al posto delle sfoglie normali. Vengono condite anche con cannella e noce moscata.
“li tajarille” tagliolini preparati a mano e conditi con fagioli;
Mescolare farina ed acqua. Manipolare fino a realizzare un impasto duro. Con l’aiuto di un matterello da cucina si creano delle sfoglie circolari ben infarinate. Si procede al taglio della sfoglia facendo i tradizionali “tajarille” cioè dopo aver formato dei listelli di pasta, tagliare “pezzetti” lunghi 4-5 cm e larghi neanche 1 cm. A parte si vorranno mettere sul fuoco sedano e carota fatti a pezzettini con poca acqua mentre con una apposita pentola faremo bollire i fagioli circa 10 min. e quindi si procederà ad unire ai fagioli il sedano e la carota bolliti. In una pentola adeguata mettere a soffriggere il pezzettino di cipolla aggiungendo i pomodori tagliati a pezzetti regolati con sale e peperoncino. A fuoco “lento” far cuocere g sugo per 15-16 min. e poi unirlo ai fagioli. Si fa bollire il quantitativo di “tajarille” in acqua appena salata e, ancora “al dente” si scolano (ma non perfettamente trattandosi di un piatto brodoso) aggiungendo il tutto al sughetto ed ai fagioli. Tenere sul fuoco per un paio di minuti e servire caldo.
la chitarra con le pallottine,
spaghetti di pasta all’uovo al sugo con polpettine di carne mista;
le virtù, minestrone di verdure e carne, che viene consumato per tradizione il giorno del 1 maggio;
Leggendario minestrone la cui origine si perde nella notte dei tempi, è così chiamato perché per tradizione veniva preparato con sette (il numero delle virtù) tipi di legumi secchi, sette verdure fresche, sette legumi freschi, sette aromi, sette tipi di carne e sette di pasta. Il tutto, naturalmente, doveva cuocere per sette ore. Piatto rituale, quando, dopo la lunga stagione invernale, i pochi resti della dispensa si univano alle primizie della primavera da poco iniziata.
Gli ingredienti sono: Legumi secchi e freschi (fagioli, ceci, lenticchie, fave, cicerchie, piselli), un osso di prosciutto, verdure varie (finocchi, carciofi, patate, zucchine, rape, carote, bietole, indivia, scarola, lattuga, cavolo, cavolfiore, cicoria, spinaci); erbe aromatiche, aglio, cipolla, prosciutto crudo, cotenne, carne di manzo, lardo, noce moscata, chiodi di garofano, vari formati di pasta secca e fresca, all'uovo.
I Dolcii mostaccioli, biscotti preparati con cioccolato, miele e mandorle;
i finocchietti, biscotti di mandorle, i torroncini di pasta frolla,
i fritti di latte (semifreddi al latte, panati e fritti)
la pizza dolce (pan di spagna farcito con crema di latte, crema al cioccolato e crema di mandorle).
I Torroncini.
i “maltagliati o Tacconelle con le voliche”, pasta all’uovo con una verdura locale che cresce oltre i 2000 m; una pasta all'uovo tipo i maltagliati, preparata a mano e condita con particolari erbe spontanee delle Montagne del Gran Sasso, chiamate “voliche” o erbe del Gran Sasso.
le “scrippelle ‘mbosse.
Sono una specie di crêpes servite arrotolate e in brodo. Ecco perché ‘mbusse che in dialetto vuol dire (bagnate). A volte sono usate per timballi al posto delle sfoglie normali. Vengono condite anche con cannella e noce moscata.
“li tajarille” tagliolini preparati a mano e conditi con fagioli;
Mescolare farina ed acqua. Manipolare fino a realizzare un impasto duro. Con l’aiuto di un matterello da cucina si creano delle sfoglie circolari ben infarinate. Si procede al taglio della sfoglia facendo i tradizionali “tajarille” cioè dopo aver formato dei listelli di pasta, tagliare “pezzetti” lunghi 4-5 cm e larghi neanche 1 cm. A parte si vorranno mettere sul fuoco sedano e carota fatti a pezzettini con poca acqua mentre con una apposita pentola faremo bollire i fagioli circa 10 min. e quindi si procederà ad unire ai fagioli il sedano e la carota bolliti. In una pentola adeguata mettere a soffriggere il pezzettino di cipolla aggiungendo i pomodori tagliati a pezzetti regolati con sale e peperoncino. A fuoco “lento” far cuocere g sugo per 15-16 min. e poi unirlo ai fagioli. Si fa bollire il quantitativo di “tajarille” in acqua appena salata e, ancora “al dente” si scolano (ma non perfettamente trattandosi di un piatto brodoso) aggiungendo il tutto al sughetto ed ai fagioli. Tenere sul fuoco per un paio di minuti e servire caldo.
la chitarra con le pallottine,
spaghetti di pasta all’uovo al sugo con polpettine di carne mista;
le virtù, minestrone di verdure e carne, che viene consumato per tradizione il giorno del 1 maggio;
Leggendario minestrone la cui origine si perde nella notte dei tempi, è così chiamato perché per tradizione veniva preparato con sette (il numero delle virtù) tipi di legumi secchi, sette verdure fresche, sette legumi freschi, sette aromi, sette tipi di carne e sette di pasta. Il tutto, naturalmente, doveva cuocere per sette ore. Piatto rituale, quando, dopo la lunga stagione invernale, i pochi resti della dispensa si univano alle primizie della primavera da poco iniziata.
Gli ingredienti sono: Legumi secchi e freschi (fagioli, ceci, lenticchie, fave, cicerchie, piselli), un osso di prosciutto, verdure varie (finocchi, carciofi, patate, zucchine, rape, carote, bietole, indivia, scarola, lattuga, cavolo, cavolfiore, cicoria, spinaci); erbe aromatiche, aglio, cipolla, prosciutto crudo, cotenne, carne di manzo, lardo, noce moscata, chiodi di garofano, vari formati di pasta secca e fresca, all'uovo.
I Dolcii mostaccioli, biscotti preparati con cioccolato, miele e mandorle;
i finocchietti, biscotti di mandorle, i torroncini di pasta frolla,
i fritti di latte (semifreddi al latte, panati e fritti)
la pizza dolce (pan di spagna farcito con crema di latte, crema al cioccolato e crema di mandorle).
I Torroncini.


